Skip to main content Skip to footer content

Cambiamenti climatici e salute dell’uomo. I risultati del convegno

"Cambiamenti climatici e salute dell’uomo" è questo il titolo del convegno che si è svolto il 4 Novembre presso l’Accademia dei Lincei. I lavori hanno evidenziato come il cambiamento climatico ha importanti conseguenze per la salute umana. In Europa, l’ondata di calore del 2003 ha causato oltre 70 000 morti in eccesso, quella del 2022 oltre 63 000, mentre nel 2024 circa 400 000 persone sono state colpite da inondazioni e tempeste estreme. Di questi giorni è l’impatto sulla Jamaica e Cuba di Melissa, l’uragano più potente mai registrato in quell’area e uno dei più potenti in assoluto. È stato stimato che Melissa aveva una probabilità 4 volte più alta di verificarsi a causa del cambiamento climatico (a confronto con uno scenario in cui il clima non fosse cambiato negli ultimi decenni). Secondo una analisi condotta su 854 città europee, in assenza di nuove misure di adattamento tra il 2015 e il 2099 ci potrebbero essere oltre 2,3 milioni di decessi legati al cambiamento climatico. Queste valutazioni restano parziali, poiché mancano ancora stime globali complete che includano tutti gli impatti sanitari, non solo quelli dovuti alle ondate di calore, come il diffondersi di malattie infettive (in particolare da vettori), gli effetti legati alla ridotta disponibilità e qualità del cibo e dell’acqua in alcune aree del mondo, e anche l’incremento delle migrazioni e dei conflitti.

La comunità scientifica – come hanno confermato tutti i relatori del convegno -è ormai unanime nell’indicare le attività umane quali responsabili della crisi climatica a causa dell’aumento dei gas serra immessi nell’atmosfera. La sostenibilità ambientale implica un equilibrio tra il consumo delle risorse e la loro rigenerazione, così come tra la produzione di inquinanti e la loro naturale eliminazione. Con l’Accordo di Parigi (dicembre 2015), i Paesi si sono impegnati a elaborare e comunicare i propri piani di riduzione delle emissioni di gas serra, noti come Contributi Determinati a livello Nazionale (NDC). Gli NDC attualmente presentati, nel loro insieme, non bastano a garantire nemmeno l’obiettivo minimo dell’Accordo di Parigi: avere una probabilità del 66% di restare sotto i 2 °C di riscaldamento entro la fine del secolo. Esiste il forte rischio di oltrepassare il limite in modo permanente nel prossimo futuro.

I relatori hanno affrontato tutti gli aspetti del nesso che lega le trasformazioni planetarie (in particolare il cambiamento climatico) e la salute umana, compreso il rischio di pandemie, gli effetti degli inquinanti ambientali e gli impatti socio-economici, incluse le forti diseguaglianze. L’impatto del cambiamento climatico si verifica infatti prevalentemente nel Sud Globale. La salute è un argomento centrale, come sottolineato a partire dalla COP27 delle Nazioni Unite, ed è un argomento dotato di un grande potenziale per aumentare la consapevolezza della popolazione e influenzare le decisioni politiche. Inoltre, le stime economiche indicano che i costi legati all’inazione sono molto più alti di quelli legati alle attività di mitigazione, fin dalla Stern Review del 2006.

In attesa degli atti del convegno, una trattazione dettagliata dei rapporti tra cambiamenti climatici e salute può essere consultata su “The 2025 Report of the Lancet Countdown on Health and Climate Change”, preparato da 128 esperti multidisciplinari di molte parti del momdo e pubblicato online sulla rivista scientifica The Lancet il 29 Ottobre 2025.

Back to top