
Il 16 gennaio 2025 ci ha lasciato Pietro Melchiorri, professore ordinario di farmacologia, accademico dei Lincei, direttore prima dell'Istituto di Farmacologia Medica e poi del Dipartimento di Fisiologia Umana e Farmacologia dell’Università Sapienza, da lui creato con la partecipazione e il supporto del gruppo dei Fisiologi diretti da Francesco Eusebi. Con i suoi studi, Pietro Melchiorri ha contribuito in modo essenziale alle nostre attuali conoscenze sulla regolazione della trasmissione dolorosa e alla comprensione del meccanismo d’azione e degli effetti collaterali dei farmaci analgesici.
Giovane laureato in medicina all’Università Sapienza di Roma, allievo di De Mattei e di Vittorio Erspamer, Pietro Melchiorri ha iniziato la sua attività di ricerca con quest’ultimo, affiancandolo nel pioneristico lavoro di isolamento e caratterizzazione di peptidi dalla pelle di anfibi. In un’epoca in cui non si disponeva delle moderne tecnologie, come l’analisi ad alto rendimento e l’ingegneria genetica, per lo sviluppo di nuovi farmaci, queste ricerche hanno portato alla scoperta di sostanze con potente attività regolatoria su importanti funzioni fisiologiche umane. Tra i suoi primi studi vi sono quelli dedicati alla caratterizzazione dell’attività della bombesina, un peptide isolato da Erspamer nel 1970, e dei suoi due analoghi umani, il peptide che fa rilasciare la gastrina e la neuromedina B. Tali ricerche, insieme a quelle di altri studiosi del gruppo di Erspamer, hanno svelato alcuni dei numerosi effetti sull’uomo di questa famiglia di peptidi, come, ad esempio, l’inibizione della secrezione acida gastrica, il rilascio di alcuni enzimi prodotti dal pancreas e la contrazione della muscolatura liscia, e hanno aperto la strada a numerosissimi studi di altri gruppi di ricerca internazionali. Ancora oggi, a più di cinquant’anni dai primi studi sulla bombesina, la ricerca continua ad individuarne potenziali applicazioni cliniche, come, ad esempio, l’uso come diagnostico nel cancro della prostata, per il quale sono attualmente in corso alcuni studi clinici.
Nel 1981, l’isolamento, da parte di Erspamer, delle dermorfine, i primi peptidi con attività antalgica estratti dalla pelle di anfibio, ha portato Pietro Melchiorri ad interessarsi allo studio di queste molecole. Le dermorfine si sono rivelate degli omologhi di peptidi, scoperti pochi anni prima nel cervello dei mammiferi, con azione simile alla morfina e per questo denominati peptidi oppioidi endogeni. Gli studi di Pietro Melchiorri, condotti con il suo gruppo e in collaborazione con gli altri ricercatori del gruppo di Erspamer, hanno dimostrato che le dermorfine sono, tra i peptidi naturali ad oggi conosciuti, quelli con il più potente effetto analgesico, molte volte superiore a quello della morfina. L’analgesia evocata dalle dermorfine dipende dall’ attivazione selettiva di uno dei tre recettori degli oppioidi, il recettore oggi chiamato MOP, che è risultato quindi essere il principale meccanismo attraverso il quale viene inibita la percezione del dolore. Attraverso questo meccanismo producono analgesia la morfina e tutti i farmaci oppioidi attualmente in commercio.
Successivi studi di Pietro Melchiorri e del suo gruppo di ricerca hanno portato all’isolamento dalla cute degli anfibi e alla caratterizzazione di un altro gruppo di peptidi oppioidi denominati deltorfine. Questi peptidi sono in grado di attivare in modo molto selettivo e a bassissime dosi un secondo tipo di recettore oppioide, oggi denominato DOP. La disponibilità delle deltorfine ha facilitato lo studio del ruolo del recettore DOP nell’attività del sistema oppioide endogeno umano. A questo scopo, dalla loro scoperta ad oggi, le deltorfine sono state utilizzate dai ricercatori di tutto il mondo in più di settecento studi sperimentali pubblicati su riviste internazionali, fornendo dati e informazioni utili per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci antidolorifici più efficaci e con meno effetti collaterali. Per queste sue ricerche a Pietro Melchiorri è stato conferito il premio Feltrinelli per la medicina da parte dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Gli ultimi anni dell’attività di ricerca di Pietro Melchiorri hanno portato all’isolamento, dalla cute della rana bombina variegata, di una piccola proteina denominata Bv8, che è risultata avere due omologhi nei mammiferi, le prochineticine 1 e 2, così chiamate perché, come il Bv8, determinano la contrazione della muscolatura liscia dell’ileo di cavia. Dalla sua scoperta, il sistema delle prochineticine è stato oggetto di un’intensa attività di ricerca ed è risultato coinvolto in molteplici funzioni fisiologiche che vanno dalla motilità intestinale, alla formazione di nuovi vasi e nuovi neuroni, alla regolazione dell’umore e della funzione riproduttiva. La sua disregolazione appare associata a patologie del sistema nervoso e dell’apparato riproduttivo, all’infarto del miocardio e alla formazione di tumori. In particolare, gli studi
di Pietro Melchiorri e del suo gruppo hanno portando all’identificazione di una nuova sistema algogeno nell’uomo che vede nel Bv8, rilasciato dalle cellule infiammatorie, un potente stimolatore della percezione dello stimolo doloroso e un attivatore stesso della risposta infiammatoria. Questi studi aprono la strada allo sviluppo di nuovi farmaci analgesici in grado di bloccare l’azione algogena e pro-infiammatoria della proteina Bv8.
Per gli interessati sono riportate alcune voci bibliografiche indicative della attività scientifica di Pietro Melchiorri e del suo gruppo attivo e originale.
Mechanisms of Bv8-induced biphasic hyperalgesia: increased excitatory transmitter release and expression. Milena De Felice , Pietro Melchiorri, Michael H Ossipov, Todd W Vanderah, Frank Porreca, Lucia Negri, Neurosci Lett. 2012;521(1):40-5.
Bv8/Prokineticins and their Receptors A New Pronociceptive System. Negri L, Lattanzi R, Giannini E, Canestrelli M, Nicotra A, Melchiorri P. Int Rev Neurobiol. 2009;85:145-57-
Bv8/Prokineticin proteins and their receptors. Negri L, Lattanzi R, Giannini E, Melchiorri P. Life Sci. 2007;81(14):1103-16.
Biological activities of Bv8 analogues. Negri L, Lattanzi R, Giannini E, Colucci MA, Mignogna G, Barra D, Grohovaz F, Codazzi F, Kaiser A, Kreil G, Melchiorri P. Br J Pharmacol. 2005;146(5):625-32
Bv8, the amphibian homologue of the mammalian prokineticins, modulates ingestive behaviour in rats. Lucia Negri 1, Roberta Lattanzi, Elisa Giannini, Milena De Felice, Antonella Colucci, Pietro Melchiorri Br J Pharmacol 2004;142(1):1