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il Socio Robert Solow, Nobel per l'economia, ci ha lasciato il 21 dicembre

Date: 
21/12/2023

 

Robert (Bob) Solow, nostro consocio straniero dal 1985, ci ha lasciato il 21 dicembre; era nato a New York nel 1924. Economista statunitense, premio Nobel nel 1987, è stato assieme a Paul Samuelson e Franco Modigliani (altri premi Nobel e nostri consoci) per lunghi anni docente al Massachusetts Institute of Technology, dove ha studiato una lunga serie di economisti italiani, e uno dei massimi esponenti della ‘sintesi neoclassica’, una corrente di pensiero che ha a lungo dominato la ricerca e l’insegnamento in economia e che tuttora si propone come alternativa al neoliberismo oggi dominante.

La ‘sintesi’ salva per il lungo periodo la teoria marginalista tradizionale del valore e della distribuzione, cioè la tesi di una tendenza verso la piena occupazione, con salario e saggio del profitto corrispondente alla produttività marginale dei due fattori di produzione, capitale e lavoro; mentre per il breve periodo adotta la teoria keynesiana, che ammette la possibilità di situazioni anche persistenti di disoccupazione e propone di controllare l’andamento dell’economia con politiche monetarie e fiscali, per contrastare sia le fasi negative del ciclo economico caratterizzate da elevata disoccupazione sia le fasi di elevata inflazione.

Il contributo principale di Solow a questa impostazione è un modello di crescita proposto in un celeberrimo articolo del 1956. Il modello permette di separare il contributo alla crescita economica in tre componenti: la crescita dell’occupazione, la crescita del capitale, e il progresso tecnico (che nella sconfinata letteratura sull’argomento è chiamato ‘il residuo di Solow’, proprio per il modo in cui viene identificato, come la parte di crescita non spiegata dall’aumento degli input di lavoro e capitale).

Questo contributo, pubblicato quando Solow aveva 32 anni, gli è valso la medaglia John Bates Clark nel 1961, ed è ricordato nella motivazione del premio Nobel. Ma naturalmente Solow è autore di molte altre pubblicazioni importanti. Uno di questi lavori, Capital theory and the rate of return del 1963, intendeva proporre una strada per aggirare le critiche avanzate da Piero Sraffa nel 1960 alla teoria marginalista del valore, incluso il concetto aggregato di capitale utilizzato anche nel modello del 1956, tramite la nozione di saggio di rendimento del capitale, collegato alla sua produttività (Luigi Pasinetti ha poi mostrato l’inadeguatezza di questo tentativo).

Solow è anche, con Dorfman e Samuelson, tra i fondatori della teoria della programmazione lineare (1960) e autore di importanti studi sul mercato del lavoro, proponendo fra l’altro la teoria dei salari di efficienza.

I conflitti teorici tra economisti non impediscono amicizie calorose, e questo valeva in particolare per una persona dal carattere aperto e dotata di grande umanità, come era Solow. Amava visitare l’Italia, dove aveva combattuto nel corso della Seconda Guerra Mondiale (e raccontava l’Italia di quel periodo in modo affascinante); amava incontrare gli amici con i quali discuteva, nella nostra accademia o altrove. Tanti economisti italiani lo ricordano come un maestro sempre disponibile, ammirevole per chiarezza e per impegno.

img credits: 

Olaf Storbeck from Düsseldorf, Deutschland, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

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