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Il Socio Castellarin figura eminente della Geologia italiana, mancato a novembre 2024

Date: 
28/11/2024

Alberto Castellarin
24 gennaio 1934-28 novembre 2024

Il 28 novembre 2024 si è conclusa la lunga vita di Alberto Castellarin, dieci mesi dopo aver compiuto novant’anni. Nato a Verona il 24 gennaio 1934, ha conseguito la laurea in Scienze geologiche all’Università di Bologna nell’anno accademico 1957-58, alla scuola di Raimondo Selli e del paleontologo svizzero Hans Schaub, e ha percorso l’intera carriera accademica all’Alma Mater Studiorum, libero docente ed ordinario di geologia per il Corso di laurea in Scienze Naturali, venerato maestro di tante allieve ed allievi, ed infine professore emerito e benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte. Alberto Castellarin è una figura speciale di geologo, uomo di scienza e ricercatore, con il culto del fare e una passione travolgente per lo studio e il lavoro sul campo, doti che possedeva e trasmetteva con generosità. E’ stato uno dei giovani protagonisti di quel fermento culturale che, al comparire della New Global Tectonics, aveva promosso anche in Italia il rinnovamento e l’affermazione della geologia moderna. E’ stato a lungo al vertice della geologia italiana e della ricerca stratigrafica, sedimentologica e strutturale delle Alpi Meridionali, l’amato Sudalpino, dal rilievo geologico delle Prealpi veronesi tra Valpolicella e Valpantena, affrontato con la tesi di laurea, alle grandi avventure del Progetto finalizzato Geodinamica, il Synthetic e lo Structural Model of Italy and gravity map, i programmi internazionali Geological correalation e Lithosphere, il profilo crostale Transalp nelle Alpi orientali e alcuni fogli della Carta Geologica d’italia alla scala 1:100.000 e 1:50.000 (Progetto CARG). In particolare, vanno segnalate le ricerche originali e spesso innovative sulle successioni sedimentarie e vulcaniche di età cenozoica e mesozoica nelle Prealpi del Triveneto, la struttura e l’evoluzione cinematica delle unità sudalpine a vergenza padana, le megabrecce e la ricostruzione del limite tra la piattaforma del Plateau di Trento e il Bacino Lombardo, la tettonica estensionale sinsedimentaria nel settore delle Giudicarie, complessa struttura polifasica spiegata con uno dei primi modelli di rifting del margine continentale adriatico. In collaborazione con i geofisici, ha elaborato il modello crostale delle Alpi Meridionali, indenter della catena collisionale, e ricostruito le strutture sepolte nel sottosuolo della pianura padana. Alcune di queste ricerche sono state svolte anche con i colleghi ed amici Lincei Bianca Maria Cita (biostratigrafia), Daniele Bernoulli, Alfonso Bosellini, Raimondo Catalano, Giorgio V. Dal Piaz e Carlo Doglioni (stratigrafia, tettonica, modelli strutturali). Altrettando significative sono le ricerche che Castellarin ha dedicato alla catena degli Appennini, con l’enigma della linea Ancona-Anzio, risolto in modo geniale assieme ad Antonio Praturlon e Roberto Colacicchi, le successioni torbiditiche, l’arco del Sillaro e le relazioni tra le Alpi e gli Appennini. Ricordiamo infine la prestigiosa presidenza della Società Geologica Italiana assunta da Castellarin in occasione del primo Centenario del sodalizio, concepito e fondato da Quintino Sella nel 1881 e celebrato da Castellarin con il congresso internazionale svolto a Bologna nel 1982 e con la stampa degli atti del convegno e del volume giubilare “Cento anni di geologia italiana. 1° centenario della Società geologica italiana 1881-1981”.

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