La Commedia è un libro che attraversa i secoli, incontrando sul suo cammino ed interpretando uno dei più grandi cambiamenti nella storia della cultura occidentale: la nascita e lo sviluppo dell’arte tipografica. Le prime edizioni a stampa sono successive al 1470, cioè all’inizio della rinascita della letteratura volgare, e rappresentano contemporaneamente il punto di arrivo di una storia importante, quella della tradizione manoscritta e l’avvio di un’altra vicenda, altrettanto affascinante: la diffusione attraverso un nuovo e moderno mezzo di un’opera destinata a diventare un “classico”
Nel 1472 la “Commedia” di Dante viene edita per la prima volta in tre diverse città: Foligno, Mantova, Venezia. La folignate è considerata la princeps perché stampata nell’aprile del 1472, come recita il colophon (vd. Figura 3 - colophon). Fu realizzata dal tedesco Johann Numeister con la collaborazione di Evangelista Angelini. I caratteri usati, ispirati a quelli usati a Subiaco e Roma da Konrad Sweynheym e Arnold Pannartz, sono il risultato di un prezioso lavoro di incisione dei punzoni attribuito ad Emiliano Orfini, medaglista e zecchiere pontificio che aveva già lavorato alla realizzazione della stampa delle Epistolae di Cicerone nel 1470 e del De Bello italico di Leonardo Bruni nel 1471. Alla prima edizione del poeta fiorentino è dedicato dunque un lavoro tecnico di particolare raffinatezza che si accompagna ad una impaginazione molto semplice, quasi austera, con spazi bianchi lasciati al rubricatore per le iniziali..
Il testo segue quello di un codice dei cosiddetti “Cento”, vicino al Lolliano 35 della Biblioteca del Seminario di Belluno. In molti esemplari dell’edizione di Foligno i primi due fascicoli sono ricomposti, a testimonianza di un’incertezza per un materiale ancora non fissato da una tradizione manoscritta chiara.
L’esemplare conservato nel fondo Corsini conserva interessanti tracce manoscritte del lavoro di un anonimo lettore o revisore che provvede in più occasioni a correggere il testo a testimoniare che la Commedia era conosciuta, memorizzata da molti e patrimonio comune. (vd. Figura 4 particolare del frontespizio).
Nella stampa mantovana, un elegante in folio su due colonne, con caratteri più piccoli rispetto a quella di Foligno, sarà dedicata maggiore cura filologica al testo, anche grazie alla revisione editoriale dell’umanista Colombino Veronese. Egli fa aggiungere al volume, una volta ultimato, una dedica in terzine al letterato Filippo Nuvoloni, uno dei promotori dell’edizione. Il manoscritto usato come riferimento di base è probabilmente il famoso Vat. 3199 (o un testo molto vicino), collazionato con altri codici forse presenti nella biblioteca dei Gonzaga. Nella dedica traspare evidente l’orgoglio di rendere fruibile l’opera di Dante. Scrive Colombino Veronese: «l’alma mi sinchina/haver fatto improntar questo poeta/che orna e illustra la patria fiorentina».
Si deve al tipografo veronese Federico de’Conti la terza stampa della Commedia del 1472, realizzata a Venezia e riferibile ad un manoscritto del cosiddetto gruppo “del Cento”, con molte varianti dovute a collazioni. È un’edizione non molto curata dal punto di vista tipografico, con lacune ed errori.
Comincia nel 1472, a pochissimi anni dal primo volume stampato in Italia, a Subiaco, nel 1467 dai proto tipografi tedeschi Konrad Sweynheym e Arnold Pannartz , la storia editoriale della “Commedia” che vedrà nel corso dei secoli successivi moltissime edizioni: nell’“anno zero” di questo percorso, il 1472, un piccolo centro come Foligno, una corte raffinata ma di provincia come quella mantovana dei Gonzaga, e Venezia, la culla della stampa in Italia sono le sedi delle prime edizioni del poema.
Legenda
Fig. 1 Ritratto di Dante. Fregio della Biblioteca Corsiniana
Fig. 2 Frontespizio: metà superiore
Fig. 3 Colophon
Fig. 4 Frontespizio: particolare