DATI PUBBLICI, GOVERNO DELLE EPIDEMIE E DEMOCRAZIA
Documento della Commissione Covid-19
Punti Salienti
- Tutti i dati sull’epidemia devono essere resi pubblici, ovviamente nel rispetto della privacy.
- La trasparenza è un principio di base delle democrazie.
- La disponibilità dei dati pubblici è necessaria per poter coinvolgere la comunità scientifica nel governo dell’epidemia.
- In assenza di trasparenza, ogni conclusione diviene contestabile sul piano scientifico e, quindi, anche sul piano politico.
Il 30 Aprile 2020 sono stati adottati i criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio epidemico. Le Regioni hanno trasmesso i loro dati sanitari al Governo, che, di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), li ha usati per stimare i 21 parametri necessari per ottenere per ciascuna regione una classificazione omogenea del rischio.
Queste classificazioni sono cruciali per tutti i cittadini: è quindi necessario che i dati comunicati dalle Regioni al Governo siano resi pubblici in maniera che tutti, compresi gli scienziati, possano seguire direttamente l’evoluzione della situazione sanitaria delle varie regioni italiane.
La trasparenza di tutti i dati riguardanti la pandemia COVID-19 è fondamentale per la democrazia che si basa sul principio che tutte le scelte importanti devono essere fatte sulla base di informazioni analizzate e discusse pubblicamente.
È impossibile arrivare a decisioni condivisibili e condivise senza la trasparenza delle informazioni, tanto più in materia sanitaria; oltretutto l’informazione carente lascia spazio a dubbi e indebolisce la posizione delle istituzioni. Non è ammissibile, perciò, che il pubblico abbia accesso solo alle conclusioni e non ai dati originali. Bisogna evitare che si possa pensare che la mancata presentazione dei dati originali sia dovuta alla paura che si possano trovare errori o imprecisioni nell'analisi fatta o inconsistenze nei dati stessi.
Sappiamo bene che nel futuro sarà essenziale controllare lo sviluppo dell'epidemia e prendere le misure appropriate nel tentativo di cercare di ritornare per quanto possibile alla normalità. Avere un’analisi scientifica verificata sull'evoluzione dell'epidemia è fondamentale per far sì che le decisioni prese dai pubblici poteri siano appropriate rispetto ai fini che si vogliono raggiungere. Tuttavia al momento attuale i dati che l'ISS e la Protezione Civile rendono pubblici sono estremamente scarsi: in questo modo la comunità scientifica nel suo insieme non è in grado di fare valutazioni affidabili.
Poiché la scienza si basa sulla riproducibilità dei risultati, è fondamentale che gruppi diversi di ricercatori, lavorando sugli stessi dati resi pubblici, siano in grado di ritrovare lo stesso risultato. Nel caso delle analisi epidemiologiche, che hanno ricadute sulla vita della società, è opportuno e utile che gruppi diversi di scienziati arrivino a conclusioni sostanzialmente condivise. Nel caso di specie ciò è impossibile se è vero che un solo gruppo di scienziati è in possesso dei dati necessari per fare le analisi. Superata la fase acuta della epidemia, riteniamo che sia giunto il momento, per le istituzioni sanitare regionali, l'ISS e la Protezione Civile di pianificare una condivisione dei dati concertata con la comunità scientifica.
In assenza di trasparenza, ogni conclusione diviene contestabile sul piano scientifico e, quindi, anche sul piano politico. Solo con la trasparente alleanza tra scienza e politica possiamo affrontare efficientemente la convivenza con il coronavirus e prevenire una possible risorgenza del COVID-19 o gestire l’emersione di future, possibili, epidemie.
1 giugno 2020
I pareri espressi dalle Commissioni Lincee rientrano nella loro autonoma responsabilità.