Solo di recente è pervenuta la notizia della scomparsa, avvenuta lo scorso 2 ottobre 2023, di Herbert Schambeck, socio linceo, eminente giurista e uomo politico austriaco.
Nato a Baden nel 1934, Schambeck fu discepolo di Adolf Merkl e per un breve periodo anche assistente di Stephan Verosta nel campo della filosofia giuridica. Conseguì la laurea nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Vienna, il dottorato di ricerca e l’abilitazione nel 1958 e nel 1964. Successivamente divenne consulente della Camera federale austriaca di Commercio, poi professore associato di Scienza Politica e di Diritto costituzionale e amministrativo austriaco all’Università di Innsbruck e dal 1967 fino al pensionamento professore ordinario di Diritto pubblico, Scienza politica e Filosofia giuridica nell’Università di Linz.
Parallelamente Schambeck sviluppa una brillante carriera pubblica come membro dell’Österreichische Volkspartei nella seconda Camera del Parlamento austriaco, di cui fu Presidente nel 1988, nel 1992 e nel 1997. Per questa attività pubblica fu insignito della Gran Decorazione d’Onore in Oro con Fascia dell’Ordine al merito della Repubblica Austriaca. Il prof. Schambeck fu inoltre consultore per moltissimi anni del Consiglio Pontificio per la Famiglia e membro dell’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali.
Nell’estesissima produzione scientifica di Schambeck, che conta oltre 700 pubblicazioni nei campi della filosofia del diritto, del diritto pubblico, del diritto internazionale e delle scienze sociali, possiamo schematicamente distinguere almeno due filoni fondamentali.
Nel filone filosofico-giuridico la riflessione di Schambeck, fortemente ancorata ad una lettura “ortodossa” del pensiero di Tommaso d’Aquino, ma attenta anche alla recezione del giusnaturalismo tomista nella prima Scuola di Salamanca, mostra forti affinità con le tesi di Alfred Verdross, con il quale il giurista austriaco fu in costante contatto, soprattutto sui temi del diritto internazionale pubblico, delle fonti del Völkerrecht universale e dell’integrazione europea. A Verdross Schambeck dedicò il notevole saggio del 2009 Alfred Verdross als Rechtsphilosoph und die Wiener rechtstheoretische Schule.
Ma l’opera filosofico giuridica cui si lega indissolubilmente il prestigio di Schambek nel mondo accademico è Die Natur der Sache . Ein Beitrag zur rechtshilosophischen Grundlagenforschung, pubblicata nel 1964. Il saggio si inscrive nella temperie culturale dei primi decenni del secondo dopoguerra del Novecento, quando la cultura giuridica tedesca choccata dal trauma totalitario del nazismo, che aveva operato la perversione del diritto, è indotta a rivedere molti suoi orientamenti sul piano dell’approccio generale al diritto positivo e del rapporto tra fatti e valori, tra il diritto ideale e il diritto reale. A questo movimento, inteso in modo molto ampio, così da ricomprendere tutte le concezioni sensibili ad una strutturazione oggettiva che la normatività positiva è chiamata a rispettare e che annovera personalità prestigiose come Werner Maihofer, Arthur Kaufmann e Karl Larenz, Schambeck partecipa con indubbia originalità, definendo la “natura della cosa “come la ragion d’essere di un dato di fatto, espressione tanto dell’effettività quanto dell’idealità.
Un secondo filone di riflessione di Schambeck , più attinente al diritto pubblico, riguarda i rapporti tra la Chiesa, lo Stato e la Democrazia, cui dedicò una serie di saggi del 1967, del 1986 del 1992. Ma va anche ricordato lo scritto del 2010 su La dignitè de l’homme dans l’enseignement de l’Eglise catholique.
Con la scomparsa di Herbert Schambeck l’Accademia dei Lincei perde un socio straniero di sicuro prestigio internazionale e di versatile e amplissima produzione scientifica, capace di spaziare in molteplici settori del diritto.