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A proposito del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES)

A proposito del “Meccanismo Europeo di Stabilità” (MES)
per spese sanitarie dirette e indirette

Documento della Commissione Europa

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L’Italia ha ancora la possibilità di ottenere, nell’ambito del “Meccanismo Europeo di Stabilità” (MES), un prestito destinato alla sola spesa sanitaria diretta e in-diretta (come ha ribadito, la scorsa settimana, Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione europea) di circa 37 miliardi di euro, somma di poco inferiore, secondo una stima di massima, al fabbisogno di spesa sanitaria pubblica per il triennio 2020-2022. Il rimborso del prestito avverrebbe in 10 anni, iniziando dopo il quinto anno dall’ottenimento dei fondi, con un tasso di interesse prossimo allo zero (salvo lo 0,1% per oneri amministrativi), secondo regole e procedure che rimarranno invariate per tutto l’arco di tempo previsto.

La Commissione Europa dell’Accademia Nazionale dei Lincei – consapevole dell’urgenza della spesa per il potenziamento del sistema ospedaliero e sanitario nazionale (entro la fine del 2021) e dei problemi connessi con il suo finanziamento – è preoccupata dal fatto che un errore di valutazione sulla convenienza del prestito MES possa indurre il Governo a rifiutarlo.

E in realtà si sostiene da più parti che – in alternativa al Prestito MES – si dovrebbe puntare sul “Programma Speciale di Acquisto di Titoli di stato” (Pandemic Emergency Purchase Program = PEPP) avviato dalla BCE al fine di stabilizzare i mercati in tempi di coronavirus, programma che prevede un costo per interessi a carico dei paesi emittenti praticamente nullo, ma che – cosa che tende ad essere passata sotto silenzio! – (a) riconosce alla BCE la competenza esclusiva sull’entità e sui tempi degli acquisti dei titoli PEPP, e (b) non prevede nessuna garanzia sulla continuazione del programma PEPP oltre il 2021].

È comprensibile che i paesi indebitati guardino con interesse agli acquisti PEPP da parte della BCE, e alla possibilità che quanto più consistenti saranno tali acquisti (… e la generale “fiducia” nella BCE indurrà ad immaginarli “molto consistenti”!), tanto più risulterà contenuto il costo medio dell’indebitamento. Tuttavia, basarsi sulla “fiducia” – per una questione così delicata – è pericoloso, tanto più perché nulla assicura, che l’eventuale rinuncia di un paese a ottenere fondi dal MES sarà compensata da maggiori acquisti PEPP.

In definitiva, il tasso pressoché nullo sui prestiti MES è il solo “conoscibile” con certezza, se riferito all’intera somma di 37 miliardi di euro.

Sulla base di questa semplice e prudente considerazione, la Commissione Europa auspica che il Governo italiano (a) accetti i fondi MES per spese sanitarie dirette e indirette e (b) proceda nel più breve tempo possibile alla concreta realizzazione degli interventi programmati, dando così un’inoppugnabile indicazione della volontà e della capacità del Governo di mettere a frutto i finanziamenti che saranno offerti all’Italia dal Recovery Fund.

8 luglio 2020

I pareri espressi dalle Commissioni Lincee rientrano nella loro autonoma responsabilità.

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Autore: 
Commissione Europa
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