Nella Biblioteca Corsiniana è conservata una copia di un sontuoso volume realizzato e curato dall’incisore Giovanni Domenico Campiglia nel 1739. Si tratta di una raccolta di bellissime incisioni, su disegno del medesimo Campiglia, che documentano le fabbriche concluse, o in via di realizzazione, durante il pontificato di Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini. Pontificato iniziato nel luglio 1730 e concluso appena un anno dopo la data di pubblicazione del volume di Campiglia, ovvero nel febbraio del 1740.
Il titolo – Il quinto libro del novo teatro delle fabbriche et edifici fatte fare in Roma e fuori di Roma dalla Santità di Nostro Signore papa Clemente XII – rende bene l’idea della strategia culturale e comunicativa dell’impresa: si tratta di una vera e propria esaltazione della liberalità e del mecenatismo di papa Corsini, che in un decennio promuove molte “fabbriche”, contribuendo a definire la fisionomia della Roma settecentesca (Figg. 1-2). Sfogliando le pagine del volume incontriamo le immagini della basilica di San Giovanni in Laterano, il palazzo della Consulta, il palazzo del Quirinale (con le annesse Scuderie), la chiesa dei Santi Celso e Giuliano, quelle di San Giovanni dei Fiorentini e della Morte a via Giulia, la nuova ala della biblioteca vaticana, il complesso di San Michele, varie fontane sulle vie consolari. Non mancano alcune fabbriche fuori città: la chiesa di san Pietro a Palestrina, il lazzaretto di Ancona, un ponte a Ravenna. Gli architetti citati sono i grandi protagonisti dell’urbanistica contemporanea: Ferdinando Fuga, Alessandro Galilei, Alessandro Specchi, Carlo De Dominicis, Nicola Salvi.
La copia del volume conservata alla Corsiniana, elegantemente rilegata in vitello marrone, con lo stemma papale impresso in oro sui piatti, è degna di nota per una curiosa particolarità. La tavola che illustra la fontana di Trevi non mostra, come in molti altri esemplari, il monumento terminato, con le statue nelle nicchie, la grande vasca, la vita che si svolge intorno con i venditori ambulanti ed i passanti, ma il cantiere della grande fabbrica ancora in costruzione. Il punto dove verrà costruito il vascone è nascosto da una palizzata, le nicchie sono vuote, gli operai trasportano i materiali. Il titolo recita Veduta della fontana dell’Acqua Vergine non terminata detta di Trevi (Fig. 3). L’incisione è un documento interessante di una fase intermedia della costruzione. Inoltre, nel volume corsiniano, nella pagina opposta alla tav. 12 – quella con la fontana di Trevi – è incollata un’altra copia della medesima stampa con una nota manoscritta di Neri Maria Corsini, nipote del Papa e fondamentale protagonista della politica pontificia del Settecento. Scrive velocemente Neri Maria: “così lasciò Clemente XII la fontana, scudi 40.m per finirla”. In effetti, la grande e scenografica fontana, commissionata nel 1731 da papa Corsini, venne terminata solo molti anni più tardi, nel 1762, e la puntuale annotazione del cardinale Neri – nascosta tra le pagine di un volume conservato nella biblioteca di famiglia – documenta probabilmente il disappunto e forse l’irritazione o la preoccupazione per la spesa ingente che ha in ultimo determinato il fallimento dell’iniziativa.
Legenda
Fig. 1 Il quinto libro del novo teatro delle fabbriche…, Roma, 1739 frontespizio.
Fig. 2 Il quinto libro del novo teatro delle fabbriche…, Roma, 1739 tav 12
Fig. 3 Il quinto libro del novo teatro delle fabbriche …Roma, 1739 tav. 12 con nota manoscritta del cardinale Neri Maria Corsini