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La biblioteca La Mantia

Date: 
Thursday, 11 March 2021


 

Palazzo Corsini nel XIX secolo:
La biblioteca La Mantia 

Nel dicembre 1930 Giuseppe La Mantia, soprintendente reggente del Regio Archivio di Stato di Palermo, offre in dono alla Reale Accademia d’Italia la raccolta libraria della sua famiglia che annoverava molti testi di grande valore bibliologico, prevalentemente di argomento giuridico e storico. Si tratta di una biblioteca famigliare, il cui nucleo più antico sembra risalire alla fine del XVIII secolo, ma che molto si arricchisce nel corso dell’Ottocento.

Vito La Mantia (1862 – 1904) fu l ’iniziatore della collezione. Giurista ed avvocato siciliano, appassionato bibliofilo e cultore dell’antico diritto siculo vive l’esperienza risorgimentale con prudenza, sostenendo il movimento liberale siciliano ma rimanendo sempre estraneo alle manifestazioni più rivoluzionarie. La sua formazione classica spiega la presenza di moltissimi testi in lingua greca e latina, spesso posseduti in edizioni pregevoli ed antiche. Il raffinato timbro rotondo in inchiostro verde compare nel frontespizio di volumi elegantemente rilegati con i titoli impressi in oro. Vito si interessava in particolare di diritto bizantino e della cultura giuridica siciliana in età medievale e moderna. Ricco è anche il settore dedicato alla poesia e alle tradizioni popolari siciliane.

Il primo figlio, Francesco Giuseppe (1857 – 1930), intraprende la carriera di magistrato, non tralasciando gli studi storici ed incrementa notevolmente la biblioteca. Su moltissimi libri compare il timbro ovoidale in inchiostro blu quasi sempre accompagnato dall’indicazione autografa del nome.

L’altro figlio, Giuseppe, che donerà la biblioteca, pur essendo avvocato si dedica principalmente agli studi di archivistica e biblioteconomia. Nel 1927 è nominato direttore del Regio Archivio di Stato di Palermo e dal 1936 ricopre la cattedra di paleografia, diplomatica e archivistica presso la stessa istituzione.

Al momento di effettuare la donazione egli appare perfettamente consapevole del valore storico e forse anche economico della raccolta libraria. Si tratta di circa 14000 volumi e 2000 opuscoli provenienti dalle raccolte di Palermo e di Cerda, la cittadina vicina al capoluogo siciliano che aveva dato i natali a Vito. Spicca, nella lettera di Giuseppe che accompagna la donazione, l’elenco delle “pubblicazioni concernenti il Risorgimento politico, edizioni di prima stampa e rarissime, aldine e svariate del secolo XVI, bodoniane ed altre, ed anco alcuni pregevoli manoscritti e statuti inediti …”.

Il patrimonio librario, raccolto in massima parte da Vito e incrementato dai figli, è notevole per l’omogeneità del materiale, per lo stile delle legature, semplici ma molto spesso ornate con impressioni in oro, alla maniera liberty, e per le sua mole, di gran lunga superiore a quella di altre ricche biblioteche siciliane della stessa epoca.

I nuclei più consistenti restano quello giuridico e quello storico e soprattutto a queste aree tematiche si dedicheranno i figli arricchendo la raccolta libraria di numerosi testi legislativi di diritto siciliano che vanno dalle raccolte normative del Regno delle Due Sicilie ad una consistente quantità di singoli bandi, editti ed istruzioni di epoca diversa.

Attraverso gli ex libris personali e le numerose postille ed annotazioni sui volumi che documentano gli studi, gli approfondimenti, le curiosità intellettuali dei La Mantia è possibile ricostruire un’esperienza intellettuale varia e complessa che si snoda attraverso le personalità dei tre curatori della biblioteca, dalla fine del XIX secolo ai primi trent’anni del Novecento.

Il frontespizio di un’opera edita da Vito La Mantia nel 1900 sintetizza efficacemente questo percorso: al ritratto del giurista siciliano si affianca l’ex libris del figlio Francesco ed il timbro della “Biblioteca della Reale Accademia d’Italia”, presso la quale il più giovane dei La Mantia destina il patrimonio bibliografico della famiglia. Dopo la soppressione della Reale Accademia d’Italia la biblioteca dei La Mantia entra a far parte delle collezioni dell’Accademia Nazionale dei Lincei e qui oggi è ancora conservata.

 


 

Legenda

Fig. 1 Timbro di possesso di Vito La Mantia
Fig. 2 Volumi con opere antiche della collezione di Vito La Mantia
Fig. 3 Timbro di possesso di Francesco Giuseppe La Mantia
Fig. 4 Frontespizio di Antiche consuetudini delle città di Sicilia…Palermo, 1900

 

 

 

 

Category: 
Deepening