APPELLO AL GOVERNO E AL PARLAMENTO
IL RECOVERY FUND DEVE ESSERE USATO PER PORTARE L’ INVESTIMENTO ITALIANO IN RICERCA PUBBLICA
AL LIVELLO DELLA FRANCIA
Sono insufficienti e troppo orientati verso il mondo delle imprese gli 11,77 miliardi previsti per la ricerca nella bozza del Recovery Plan approvata il 12 gennaio dal Consiglio dei Ministri. Lo stanziamento deve essere di 15 miliardi e deve sostenere la ricerca di base, si legge nella lettera al presidente della Commissione Cultura del Senato firmata da 14 fra i più prestigiosi ricercatori italiani, fra cui i Soci Lincei: Paolo de Bernardis, Massimo Inguscio, Massimo Livi-Bacci, Luciano Maiani, Alberto Mantovani, Giorgio Parisi, Alberto Quadrio Curzio. "Ci auguriamo - si legge nella lettera - che il dibattito possa portare a una revisione profonda delle proposte contenute nella bozza del 12 gennaio"
L'appello è la più recente di una serie di iniziative intraprese dallo stesso gruppo di scienziati a partire dal settembre scorso per chiedere lo stanziamento di 15 miliardi in 5 anni da prevedere nel Recovery Plan perché sia competitiva nella ricerca. Dopo la lettera del 2 gennaio scorso all’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, gli scienziati sono tornati a scrivere all’attuale presidente Mario Draghi e adesso, rivolgendosi al Governo e al Parlamento, scendono nel dettaglio delle azioni giudicate necessarie per rilanciare la ricerca italiana