L’Italia di fronte alla crisi Covid-19
Documento della Commissione Covid-19
Introduzione
L’epidemia Covid-19 ha avuto un effetto dirompente, e che si protrarrà per lungo tempo, sull’economia e la società italiana. Le drastiche misure adottate nell’immediato per frenare l’epidemia erano certamente necessarie, come pure quelle adottate per fare fronte, sempre nell’immediato, alle conseguenze economiche e sociali della crisi. Ma occorre ora delineare una strategia di medio periodo, tenendo fermi alcuni punti di riferimento.
Anzitutto, la crisi è assieme economica e sociale. Nessuno dei due aspetti può essere sottovalutato, e le misure di rilancio economico debbono tenere conto di questo fatto. Per fare un esempio, salvaguardare nell’immediato il massimo numero possibile di posti di lavoro (tramite la proroga della cassa integrazione guadagni e il contemporaneo blocco dei licenziamenti) potrebbe forse non essere lo strumento prioritario per il rilancio dell’economia, ma è necessario almeno per i prossimi mesi per evitare un pesante malessere sociale. Naturalmente, occorre sempre confrontare i risultati occupazionali attesi con quelli che deriverebbero da misure alternative – a volte, è forse il caso di Alitalia, usi diversi delle risorse avrebbero prodotto risultati molto maggiori.
In secondo luogo, occorre ricordare che l’attuale allentamento dei vincoli di bilancio è temporaneo. Una politica fiscale espansiva sarà necessaria ancora a lungo, ma fin da ora occorre programmare la futura strategia di rientro. Parlarne può essere elettoralmente costoso, ma la demagogia ha un costo che alla fine pagheremo tutti. Soprattutto, occorre prestare da subito la massima attenzione a evitare spese inutili, e a massimizzare il rendimento della spesa pubblica. Non abbiamo ricevuto miliardi in regalo, da buttare dalla finestra.
Il sostegno generalizzato ai redditi e i cosiddetti provvedimenti ‘a pioggia’, pur parzialmente giustificati nell’immediato, debbono lasciare progressivamente posto a due orientamenti di base: privilegiare gli investimenti pubblici rispetto alla spesa corrente; favorire la competitività dell’economia italiana e la creazione di nuovi posti di lavoro. Il principio costituzionale dell’Italia come “repubblica fondata sul lavoro” richiama l’attenzione sull’importanza di assicurare un lavoro a tutti, come mezzo per assicurare un reddito a tutti.
Infine, i dettagli possono essere decisivi. Quando ad esempio si parla del MES, non si parla di un concetto astratto: occorre considerare il tasso d’interesse degli eventuali prestiti, la durata e le condizioni annesse (che, giova ricordarlo, nel caso della Grecia furono pessime, ma ora si limitano all’utilizzo in campo sanitario e a informative periodiche). Per molti provvedimenti, quando dopo la loro approvazione si constata che non funzionano, occorre intervenire, non farne un totem politico. Questa attenzione ai dettagli è difficile nel momento di massima urgenza che abbiamo vissuto nei mesi passati, ma diviene ora fondamentale.
In questo documento tentiamo di fornire un inquadramento generale; vari temi specifici, alcuni dei quali neppure richiamati, meriterebbero una trattazione più approfondita, che non è possibile fare in questa sede.
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8 luglio 2020
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