Alle Candidate e ai Candidati alla carica di Sindaco di Roma Capitale
Lettera aperta della Commissione per i Musei naturalistici e i Musei della Scienza
Roma, città della scienza
Per un'Agorà della conoscenza e del metodo scientifico
La Commissione per i Musei Naturalistici e i Musei della Scienza dell'Accademia Nazionale dei Lincei si fa interprete di un'esigenza che viene dal tessuto sociale. La richiesta è di dotare la città di Roma di un luogo dove avvicinare i cittadini, in particolare i giovani, alla scienza e al suo metodo. Oggi più che mai, si sente il bisogno di condividere conoscenze e risorse a tutti i livelli; in particolare, dopo l’esperienza della pandemia è maturata la consapevolezza che sia possibile e necessario un nuovo modello di interazione sociale e di sinergia.
Si parla molto di cultura scientifica e della necessità di uno sviluppo scientifico e tecnologico che sia funzionale alla ripresa del Paese e, al tempo stesso, sia sostenibile. Tuttavia, per la diffusione della cultura e per la formazione scientifica (come pure per la ricerca e per l'istruzione scolastica) poco viene fatto in concreto. In particolare, l'idea di avere a Roma una "città della scienza" – per adottare il temine usato nell'ambito delle ultime progettualità, purtroppo fallite – ha una storia lunga e complessa, che risale addirittura alla fine dell'Ottocento
Ancora oggi, a differenza di tutte le metropoli internazionali e anche di altre città italiane (per esempio, Milano), Roma rimane priva sia di un Museo di Scienza e Tecnica sia di un Museo di Storia Naturale. Una simile condizione sussiste nonostante si siano succedute diverse proposte localizzate in siti che sembravano assai adatti allo scopo, che vanno dall’ex Mattatoio all’area dell'ex Gazometro all’Ostiense, da uno spazio tra il Lungotevere e via Giulia, oggi adibito a parcheggio, per finire con gli edifici di origine militare di Via Guido Reni di fronte al MAXXI. È necessario comprendere i motivi del fallimento di quelle che erano buone progettualità, sul piano architettonico come su quello concettuale e ideativo, e procedere ad aggiornarle e a trasformarle in buone pratiche.
In questo modo, si è favorita la tendenza a ignorare che nella città di Roma esiste un caleidoscopio di risorse scientifiche, che risulta straordinario nello scenario europeo. È come se a Roma esistesse (e di fatto esiste) una Città della Scienza in larga parte occulta, soffocata dal formidabile repertorio di impianto umanistico di cui la città dispone, invece di costituire un tutt’uno con esso. Si tratta di realtà sconosciute o misconosciute, ma che costituiscono un patrimonio culturale che deriva dalla più grande concentrazione in Italia (e una delle più alte in Europa) di università, centri di ricerca e laboratori. Esistono collezioni scientifiche e realtà museologiche – piccole e grandi, alcune antichissime, con oggetti rari e spesso unici al mondo, come quelle del Polo museale Sapienza o dei Musei Civici – che potrebbero costituire il volano per pensare la Roma del futuro e rappresentare la base di partenza per la realizzazione di una proposta innovativa e di prim'ordine, competitiva rispetto alle realtà di Londra, di Vienna, di Parigi, di New York o di Tokyo.
Laddove queste realtà siano immesse in un circuito integrato – cioè come realtà museali (universitarie e non solo) fra loro interconnesse, che mantengano tuttavia la loro funzione di luoghi destinati alla conservazione delle collezioni, alla ricerca e alla didattica – e laddove vengano affiancate dalla costituzione di un centro di raccordo ben attrezzato come edificio, risorse e competenze, esse potrebbero diventare un punto di riferimento nazionale e internazionale per la diffusione della conoscenza e del metodo scientifico. Raggiungere un simile obiettivo dovrebbe quindi costituire una delle principali sfide della futura politica capitolina, capace di definire il perimetro di un rinnovato rapporto tra Scienza e Società, tra conoscenze e bisogni.
Pensiamo a una sorta di Agorà dove si possa ragionare e discutere di scienza: un'Agorà che sia un'esperienza di sinergia e di connessione fra vari elementi della città, un ponte tra passato e futuro, un'opportunità di lavoro per una varietà di competenze (soprattutto giovanili), un punto di riferimento per una visione culturale a tutto tondo. I musei della scienza in genere, oltre ad avere la funzione di memoria e conservazione dei progressi scientifici, devono essere uno strumento di formazione e diffusione della cultura scientifica – soprattutto del metodo scientifico – attraverso laboratori interattivi, mostre, incontri con scienziati, campagne e attività di promozione della scienza e della tecnologia, oltre che luoghi di ritrovo e di svago per tutti.
La ricerca di un luogo adatto a diventare un centro di aggregazione cittadino sui temi della scienza dovrebbe essere uno dei compiti della futura amministrazione capitolina. Il luogo dovrebbe consentire una stretta interazione, quanto mai opportuna e necessaria, fra le cosiddette "due culture", anche attraverso forme di iniziative comuni e di fertile interscambio. Questa sinergia potrebbe dunque costituire il centro di raccordo di una rete, che permetta sia il potenziamento sia la condivisione e l'integrazione delle formidabili risorse culturali di cui la città già dispone in termini di archeologia, arte e scienza.
Ma non è ancora il tempo dei progetti attuativi. È necessario innanzitutto sentire cosa pensino e ritengano di volere e poter fare coloro che si candidano a svolgere il più alto servizio per la città e come intendano trovare su questa progettualità il sostegno da parte dello Stato, nei favorevoli tempi dell'attuale P.N.R.R. che è proprio indirizzato alla next generation EU.
Invitiamo dunque i Candidati alla carica di Sindaco a pronunciarsi su questo tema.
La Commissione potrà fornire, nella massima trasparenza, un contesto di discussione collettiva al più alto livello. Al tempo stesso, manifesta sin da ora la propria disponibilità a collaborare a un'eventuale fase progettuale che abbia l'obiettivo di una maggiore diffusione della conoscenza scientifica e del suo metodo; lo riteniamo cruciale per Roma dopo oltre un secolo di imbarazzanti fallimenti.
La Commissione per i Musei Naturalistici e i Musei della Scienza
I pareri espressi dalle Commissioni Lincee rientrano nella loro autonoma responsabilità.