Le ragioni: il ruolo fondamentale della preparedness
Cinque anni dopo la pandemia da COVID-19 il mondo continua a non essere preparato ad affrontare un altro evento inatteso da un virus emergente. Il Global Health Security index (GHS-index) che misura il livello di preparazione a epidemie e pandemie di 195 paesi, inclusa l’Italia, indica che tutti i paesi rimangono pericolosamente impreparati a future minacce epidemiche e pandemiche, comprese minacce potenzialmente più devastanti del COVID-19.
Il rapporto del Independent Panel for Pandemic Preparedness and Response (istituito dalla Organizzazione Mondiale della Sanità [OMS]) pubblicato a giugno 2024, con il titolo “No time to gamble: Leaders must unite to prevent pandemics”, ipotizzava che se il virus influenzale H5N1 iniziasse a diffondersi da persona a persona su larga scala, il mondo sarebbe probabilmente di nuovo sopraffatto. In realtà, le varianti del virus dell'influenza aviaria H5N1 che si stanno diffondendo in Nord America possono causare malattie gravi e determinare la morte, soprattutto se trasmesse direttamente all'uomo dagli uccelli. Inoltre, il virus si sta anche adattando a nuovi ospiti – mucche e altri mammiferi – aumentando il rischio di una pandemia umana.
La preparedness è molto di più della semplice preparazione, bensì è un processo lungo, costoso, coordinato e continuo di pianificazione, realizzazione e revisione continua delle azioni necessarie sulla base del monitoraggio dei risultati conseguiti. Infatti, è necessario pianificare e costruire ospedali, reclutare e formare personale, formulare leggi sulla sanità pubblica, istituire sistemi di identificazione precoce e di sorveglianza solidi, mantenere scorte di beni essenziali che potrebbero non essere o diventare non disponibili in corso di pandemia.
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