Tullio Pozzan, socio dell’Accademia dei Lincei e dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, e professore Emerito di Patologia Generale dell’Università di Padova si è spento serenamente nel pomeriggio del 15 ottobre 2022. Era nato a Mestre (Venezia) nel 1949 in una famiglia in cui si respirava medicina tanto che, dopo la maturità, si iscrisse a Medicina e Chirurgia. Molto presto capì di essere molto interessato alla biochimica ed alla fisiologia e si laureò nel 1973 con una tesi sulla fisiologia dei mitocondri elaborata sotto la guida del Prof. G. Azzone nell’Istituto di Patologia Generale dell’Università di Padova. Questi studi proseguirono negli anni con risultati di eccezionale valore che portarono alla definizione dell’accoppiamento fra flusso di elettroni lungo la catena respiratoria mitocondriale al trasporto di ioni e di protoni ed alla biosintesi dell’ATP. Egli ha inoltre studiato e definito il meccanismo di trasporto dello ione calcio all’interno del mitocondrio. Nell’ottobre del 1977 raggiunse C. Montecucco nel Dipartimento di Biochimica dell’Università di Cambridge dove fece il salto da organelli intracellulari a cellule. Nel corso di questi studi incontrò Roger Tsien e Tim Rink formando un tris d’assi che scopri il primo chelante intracellulare dello ione calcio e poi la prima molecola capace di entrare e localizzarsi all’interno della cellula e di legare lo ione calcio cambiando il suo spettro di fluorescenza. Questa eccezionale scoperta permise per la prima volta di visualizzare l’azione e il ruolo dello ione calcio in una varietà di funzioni fisiologiche della cellula dalla contrazione del muscolo al rilascio di ormoni, dal movimento cellulare al rilascio di neurotrasmettitori alle sinapsi.
Tornato a Padova, Pozzan creò un nuovo laboratorio dove la fisiologia cellulare veniva studiata mediante tecniche di imaging con l’utilizzo sia di microscopi avanzati che di rivelatori fisici di luce sia visibile che fluorescente che di chemiluminescenza attirando rapidamente un gruppo di talentuosi giovani medici. Nel 1993 Rosario Rizzuto e Pozzan misero a punto un approccio rivoluzionario per lo studio dell’omeostasi intracellulare del calcio, e poi di altri parametri fisiologici, basati sul direzionamento mirato di proteine reporter a vari organelli e comparti sub-cellulari con tecniche di biologia molecolare. Prima applicato alle fotoproteine equorina e luciferasi, e poi alla green fluorescent protein (GFP), la cui scoperta avvenne subito dopo i loro primi studi, questo approccio ha trasformato la biologia cellulare, permettendo di seguire in cellule vive i meccanismi di segnalazione dei più importanti processi fisiologici e patologici. Sul tema caro a Pozzan, la fisiologia dei mitocondri, dei quali nel frattempo si era scoperto il ruolo non solo nella bioenergetica, ma anche nei processi di morte cellulare, gli studi condotti da Pozzan e Rizzuto dimostrarono l’accoppiamento stretto tra i segnali calcio nel citoplasma e l’accumulo rapido ed efficiente del calcio nei mitocondri, e l’importanza di questo accumulo per il controllo della fosforilazione ossidativa e della morte cellulare per apoptosi. Inoltre, studi di microscopia ad alta risoluzione dimostrarono per la prima volta la generazione di microdomini di segnalazione alla giunzione reticolo endoplasmatico/mitocondri, svelando un concetto chiave (il ruolo dell’architettura cellulare nel promuovere una segnalazione locale in domini critici), tuttora ritenuto la base della specificità dei molteplici segnali che raggiungono le cellule dei nostri tessuti.
Pozzan ha avuto inoltre un grande interesse per le neuroscienze, alle quali ha dato contributi originali e brillanti. Tra questi, Pozzan è stato un pioniere, insieme a Giorgio Carmignoto del CNR, nello studio della segnalazione via calcio degli astrociti, chiarendo il loro ruolo nel modulare l’interazione tra neuroni nelle giunzioni sinaptiche. Questi studi cambiarono un paradigma consolidato, contribuendo a comprendere la complessità e la plasticità della segnalazione neuronale.
I contributi scientifici del Prof. Pozzan sono stati di tale livello da esser riconosciuti e premiati col Premio Feltrinelli e con l’elezione all’Accademia dei Lincei, all’European Molecular Biology Organization, alla National Academy degli USA, alla Royal Society ed alla Academia Europaea.
Un altro aspetto notevole di Pozzan è stato quello di accoppiare al lavoro di ricerca scientifica di frontiera, quello di governo e di amministrazione. È stato per 12 anni direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, e fondatore assieme a diversi colleghi padovani, e per 6 anni direttore scientifico, dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM). Sotto la sua guida il VIMM è diventato uno dei migliori Istituti di Ricerca privati d’Italia, che ha permesso il rientro di giovani brillanti dall’estero ed ha acquisito prestigio e visibilità internazionale. Per tutta la sua carriera Pozzan è stato associato al CNR, di cui ha diretto l’Istituto di Neuroscienze e successivamente l’intero Dipartimento di Scienze Biomediche.
Infine, merita di essere ricordato un tratto della personalità di Pozzan, che porta oggi la comunità scientifica nazionale ed internazionale a piangere la scomparsa dell’uomo e dello scienziato: la sua curiosità, la sua intelligenza, il suo desiderio di discutere con passione di scienza sia con i suoi pari che con i più giovani tra i colleghi lo hanno reso un membro attivo ed apprezzato di tutte le comunità di cui ha fatto parte. È stato mentore di numerosissimi giovani, che si sono poi affermati nelle più prestigiose università e centri di ricerca italiani e stranieri, ed ascoltato collega nei propri consessi accademici, nei convegni internazionali e nelle accademie di cui faceva parte. E da tutti questi colleghi giunge oggi il profondo cordoglio per la sua perdita